XXXIX CONGRESSO NAZIONALE SNAMI
PIù SQUADRE SPECIALI USCA ED UNA MEDICINA PERSONALIZZATA
Roma, 24 Ottobre 2020 – Continua il congresso nazionale Snami con gli interventi dei delegati in un serrato confronto per il futuro della professione. Emergono problematiche sul personale infermieristico e di segreteria per cui sono auspicabili investimenti importanti per dare uno standard assistenziale omogeneo su tutto il territorio nazionale ed evitare differenze tra le regioni stesse. Altra tematica dibattuta è stata la telemedicina che lo Snami ritiene necessaria e insostituibile per alcune procedure ma che necessita di grossi investimenti statali perché una piattaforma digitale applicata ad una tematica così importante come la salute dei cittadini deve configurare un sistema efficace e quasi perfetto. «Lo stato dell’arte attuale invece ci vede ancora all’abc del processo e si continua a procedere attraverso un rilento imbarazzante» dice Angelo Testa, presidente nazionale Snami. «Gran parte delle sollecitazioni che ho ricevuto dai miei dirigenti sono stata di essere fermi sulle nostre posizioni sindacali e di lavorare per una personalizzazione della Medicina Generale che deve avere delle differenze se rurale o metropolitana e con altre differenziazioni secondo le particolarità del territorio. Confermiamo che la reperibilità è un istituto della dipendenza e che non può essere applicato alla Medicina Generale mentre altro è la maggior contattabilità in periodo di pandemia che già stiamo offrendo nelle nostre giornate lavorative sempre più impegnative, difficili per il Covid, dedicate all’assistenza ai pazienti. Da più parti mi sono giunte testimonianze di come la campagna antiinfluenzale di quest’anno, che sarà straordinaria dal punto di vista dei numeri, dell’organizzazione e della logistica, veda la parte pubblica ancora una volta latitante. Rassicuro i Giovani Colleghi del nostro sindacato come il loro futuro professionale sia una assoluta priorità per noi dello Snami» conclude Angelo Testa «a partire dalla omogeneità del percorso formativo e per trovare tutte le soluzioni possibili per antagonizzare l’imbuto formativo che continua ad essere imperante in un sistema che vede Medici di seria A e Medici di serie B. In riferimento poi al discorso specifico del Covid la nostra posizione è che vengano istituite molte più squadre speciali Usca, al momento sottodimensionate nella maggior parte del territorio Italiano, che siano ben equipaggiate e che i rapporti con il distretto e con noi Medici di Medicina Generale siano ben codificati da un protocollo d’intesa, preciso e specifico, e non come oggi lasciati alla buona volontà dei singoli». Ufficio Stampa Nazionale