Devo dare la triste notizia della morte del grande Roberto Anzalone. Poche parole per ricordarlo: lui, penso, non vorrebbe sproloqui o lunghe commemorazioni! Innanzi tutto, ricordo che molti di noi hanno un debito di riconoscenza grandissimo verso Roberto. Personalmente, se oggi posso dare voce ai problemi dei Colleghi, se oggi ho il ruolo che occupo, lo devo in primis a lui. Per il momento, io non vedo chi ne possa prendere degnamente il posto. Non parlo di ruoli o funzioni, o cariche, ma del suo valore morale e della sua caratura intellettuale. Ricordo che aspettavo il Congresso Nazionale per ascoltare le sue parole, il suo discorso di apertura: sempre concreto, sempre denso di idee, sempre geniale, con quel guizzo “in più” di originalità che ti ripagava dell’attesa. Egli è stato una delle poche persone che abbia dato, con la sua vita e con quello che ha fatto e detto, un abbrivio, un impulso positivo al mondo medico. Se non fosse esistito, tutti saremmo un po’ più poveri di idee ed il nostro lavoro sarebbe perfino peggio di quello che è attualmente. Credo ci abbia innanzi tutto insegnato l’importanza di farci rispettare dai nostri interlocutori, ma anche il realismo e la concretezza delle idee e degli obiettivi che si vogliono raggiungere. Il suo rigore morale era ed è proverbiale e costituisce un esempio per tutti. Addio, Roberto. Cercherò/cercheremo di ispirarci a ciò che hai fatto in vita come medico, come sindacalista e come ordinista; e se ci riusciremo solo un poco, saremo professionisti migliori e serviremo meglio chi rappresentiamo!
Roberto Carlo Rossi